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Se l’acqua è l’oro blu di questo tempo, Rieti può considerarsi il suo eldorado. Era nelle acque del lago di Paterno che l’erudito Marco Terenzio Varrone individuò l’ombelico d’Italia. E’ dalle sorgenti del Peschiera e delle Capore che nasce l’acqua che ogni giorno bevono milioni di romani, e l’omonimo acquedotto che la trasporta fino alla capitale è uno dei più grandi del mondo a trasportare soltanto acqua di sorgente. E’ lo spettacolare salto del fiume Velino nel fiume Nera che genera la Cascata delle Marmore, la più alta cascata artificiale d’Europa e tra le più alte del mondo. Sono i laghi del Salto e del Turano ad alimentare il complesso sistema idroelettrico umbro-laziale costruito negli anni Quaranta del Novecento per l’approvvigionamento energetico dell’Acciaieria di Terni e per il regolamento dei flussi idrici dalla piana reatina al tratto romano del Tevere. E ancora, è nelle acque del lago dello Scandarello – paradiso dei pescatori – che si specchiano la conca amatriciana e i monti della Laga, mentre è la distesa d’acqua che copre come un velo l’altopiano di Rascino a farne una pianura selvaggia e fertilissima. Anche Rieti ha il suo fiume – il Velino – maestoso nel tratto in cui attraversa la parte più antica della città, e i suoi laghi, Lungo e Ripasottile, che sono quello che del Velino resta nella conca reatina, al tempo dei romani un gigantesco lago. Oggi quello che era un problema si è trasformato in opportunità, con la Riserva naturale parziale dei laghi Lungo e Ripasottile che funziona come un’ecosistema perfetto per specie acquatiche e uccelli migratori e come un frequentatissimo centro di educazione ambientale. Altra importantissima sorgente della conca reatina è quella di Santa Susanna, che affiora in un parco e corre lungo un canale che rappresenta uno dei percorsi naturalistici più importanti del territorio.