Accumoli
Il terremoto del 2016 ha distrutto il borgo di Accumoli ma non ha cancellato la antica storia di questo feudo del regno di Napoli e non ha scalfito boschi e altopiani del suo territorio, costellato da 17 frazioni al confine estremo tra Lazio, Umbria e Marche, dove vivono i suoi oltre 550 abitanti
Popolazione
551
Superficie
87 km²
Altitudine
855 m
Dove si trova?
Percorrendo la consolare Salaria da Roma a Ascoli Piceno, Accumoli è l’ultimo Comune della provincia di Rieti ed è l’unico del Lazio a confinare con le Marche, dislocato su una superfice di quasi 87 km quadrati da 650 a 1800 metri sul livello del mare. Epicentro del terremoto del 24 agosto 2016, condivide con le vicine Amatrice e Arquata del Tronto il più grave livello di distruzione e di morti provocati dal sisma del centro Italia. Le frazioni scampate al terremoto e i villaggi di abitazioni di emergenza ricostruiti in questi anni sono ad un’ora circa di auto da Rieti e a mezz’ora da Ascoli Piceno.
Tanta voglia di ricostruire… da dove partire?
Dell’antico abitato di Accumoli, delle sue chiese e dei suoi palazzi signorili sono purtroppo rimasti solo resti affidati – oltre che ai legittimi proprietari – alla complessa macchina dello Stato deputata alla ricostruzione, con significativi apporti da parte della comunità universitaria e scientifica italiana e internazionale. Sulle macerie ancora visibili si staglia ancora la Torre Civica, opportunamente messa in sicurezza ma del borgo che aveva ottenuto il titolo di Città durante il regno degli Aragonesi è rimasto ben poco. Ma le ricchezze naturali della zona – a ben diritto inserita nel Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga – restano un vanto per la popolazione e una meta valida per escursionisti ed amanti del trekking. Siamo infatti nel cuore dell’Appennino e qui si trovano ben quattro siti di importanza Strategica per la conservazione delle biodiversità. Importanza rilevante a livello naturalistico è caratterizzata dall’Oasi WWF Lago Secco e dall’altopiano SIC in località Pantani: qui passa il Sentiero Italia del Cai e qui corre il fiume Tronto, dov’è possibile esercitare pesca no kill e pesca sportiva. La lontananza dai centri abitati e le condizioni climatiche ed ambientali particolari hanno fatto sì che questa zona selvaggia accogliesse ancora specie animali e vegetali presenti solo in fasce climatiche più fredde.