Cittaducale
Cittaducale angioina e abruzzese, sede vescovile e di insediamenti industriali, sorgente del grande acquedotto che disseta Roma e casa madre della Forestale: tutte da scoprire le tante vite della città fondata da re Carlo II nel 1308, tra le più grandi della provincia dopo Rieti
Popolazione
6.426
Superficie
71 km²
Altitudine
481 m
Dove si trova?
Cittaducale è adagiata su una collina collocata nel cuore dell’Italia, a circa 10 km da Rieti e 60 da L’Aquila, affacciata sulla Salaria e servita dalla ferrovia Terni-Rieti-L’Aquila-Sulmona. E’ in una posizione equidistante tra costa tirrenica e adriatica: con i suoi 6.700 abitanti è il terzo Comune più popoloso del reatino
Cosa fare e vedere?
Il territorio di Cittaducale si estende dai rilievi del Terminillo alla Valle del Salto, con la sua piana di San Vittorino solcata dal fiume Velino e le sue diverse frazioni. Il tessuto urbano del capoluogo presenta una pianta ellittica sul modello del Castrum Romanum, con due strade perpendicolari che delimitano quattro quartieri modulari, cinti dalle antiche mura su cui spiccano alcune torri difensive. L’accesso principale è da Porta Napoli con la torre di S. Manno o torre Angioina dalla particolare pianta: cilindrica nella parte che dava alla campagna e rettangolare nella parte che dava alla città. Entrati da porta Napoli e percorrendo Corso Mazzini ci si trova davanti Piazza del Popolo, dove si affacciano il Palazzo della Comunità, affiancato dalla Torre Civica, che nel XVI secolo ospitò la duchessa Margherita d’Austria, e la Cattedrale di Santa Maria del Popolo, sede vescovile fino alla prima metà dell’800. Al suo interno sono custodite opere d’arte pittorica seicentesca ed un altorilievo trecentesco, oltre ad una statua policroma di San Rocco risalente al 1500. Merita una visita anche la chiesa di S. Cecilia, rifacimento dell’antica chiesa semidistrutta dal terremoto del 1703 ma di cui sono conservate ancora oggi le rovine. Fuori le mura, nei pressi del tracciato della Salaria romana, sorge la spettacolare area archeologica delle terme di Vespasiano, a due passi dalle moderne Terme di Cotilia. Il complesso si estende per quattrocento metri di lunghezza ed è sviluppato su quattro terrazzamenti oggetto di importanti rinvenimenti e campagne di scavo succedutesi tra la fine degli anni Sessanta e la metà degli anni Ottanta. Nei pressi è stata rinvenuta un’antica piscina – utilizzata probabilmente a scopo terapeutico – e una serie di ambienti le cui strutture raggiungono i 5 metri di altezza. La facciata orientale conserva grandi ambienti rettangolari alternati a piccole absidi nonché la scala al piano superiore, che su questo lato si articolava con un portico-terrazza di cui restano i pilastri e parte della pavimentazione in mosaico. Il complesso risale ad un periodo compreso tra le seconda metà del II secolo a.C. e la prima metà del I secolo d.C. e fu frequentato a scopi termali almeno fino al XII secolo. Strutture e materiale proveniente dalle terme sono stati riutilizzati nei secoli successivi per la costruzione della chiesa di Santa Maria di Cesoni (attestata al XII secolo) e per la chiesa di San Vittorino (dedicata nel 1613), oggi visibile al lato della via Salaria benché semi invasa dalle acque.