Nespolo

Nespolo, un comune immerso nella natura, il luogo perfetto per una vacanza rigenerante.

Popolazione

245

Superficie

8,66 km²

Altitudine

886 m

Dove si trova?

Nespolo si trova a 886 metri sul livello del mare nella parte meridionale della Provincia e si estende per una superficie di 8.65 km quadrati. Il Comune fa parte della riserva Naturale Monti Navegna e Cervia. All’“ara del Monte”, località sulla montagna che sovrasta il borgo, è disponibile un’area di picnic dove sostare; il territorio di Nespolo, inoltre è sul il Cammino di San Pietro l’Eremita.

Quando nasce?

Sull’origine del toponimo non ci sono certezze. Tuttavia, l’ipotesi etimologica più accreditata lo farebbe risalire allo stesso nome latino delle piante del nespolo comune. Stando ad una supposizione deriverebbe invece dalla locuzione greca “Nea Poli”. Di Nespolo non si hanno prima del 1024. Gli interessi di Farfa nella zona gravitarono intorno alla chiesa di S. Sebastiano a Nespolo, della quale mantenne il posses¬so almeno fino al 1252. Difficile individuare il momento nel quale l’insediamento sparso fu accentrato in un “castrum” fortificato; è probabile che anche in questo caso i signori di Collalto siano stati i riorganizzatori del popolamento della zona al momento della piena affermazione della loro egemo¬nia nell’area, avvenuta tra XII e XIII secolo. Ogni riferimento storico a Nespolo è comunque indissociabile dalla storia della baronia di Collalto, di fondazione imperiale, istituita nel sec. XIII. La baronia appartenne ai Marsi fino ai primi del XVI secolo, quando fu ceduta ai Savelli: il testamento di Antimo Savelli del 1513 menziona come formanti la baronia di Collalto i castelli di Collegiove, Paganico, Ricetto, Nespolo, S. Lorenzo. Il passaggio dai Marsi ai Savelli comportò anche per tutta la baronia l’abbandono dell’area di influenza politico-amministrativa del Regno di Napoli, a favore di quella pontificia. A partire dal 1698 ne divenne signore Urbano Barberini ed alla sua famiglia appartenne fino ad epoca francese. Con l’istituzione della Prima Repubblica Romana la baronia venne smembrata in tre distinti comuni con amministrazione autonoma: Collalto, Nespolo e Collegiove; Nespolo fu ascritto dapprima al dipartimento del Clitunno per passare poi al dipartimento di Roma, circondario di Rieti. Con la Restaurazione e la riforma del 1816 Nespolo tornò alla ricostituita baronia di Collalto, rientrando nella provincia di Sabina, delegazione di Rieti, governo distrettuale di Rieti. Nel dicembre 1817, in seguito alla rinuncia del principe Francesco Barberini ai diritti feudali divenne comunità appodiata a Collalto; nel riparto territoriale del 1831 risulta comune autonomo dipendente dal governo di Canemorto, ma successivamente dovette essere nuovamente appodiato a Collalto. Dopo l’annessione al Regno d’Italia, avvenuta nel 1860, Nespolo ottenne definitivamente la propria autonomia, fu compreso nella provincia di Perugia, dal 1923 passò alla provincia di Roma sino al 1927, anno in cui fu annesso alla neo-istituita provincia di Rieti.

Cosa fare e vedere?

Oltre alle meravigliose passeggiate nella natura, di cui ci parlava il sindaco, una volta a Nespolo è imperdibile una visita a San Sebastiano martire: una chiesa edificata tra il XIII e il XIV secolo e che fu restaurata nel 1521. La chiesa ebbe il ruolo storico e sociale di unificare i due colli che contraddistinguono il territorio nespolese. A cominciare dal 1915, successivamente al terremoto di Avezzano, furono effettuati dei lavori di adeguamento statico del tetto e del piano interno. All’interno della stessa si può ammirare la tela di scuola fiamminga del XVI secolo rappresentante il martirio di San Sebastiano e il meraviglioso giardino antistante la chiesa con lo scorcio imponente e caratteristico del Monte Cervia. Nespolo ospita inoltre un meraviglioso mulino ad acqua, da poco restaurato, che è possibile visitare: il piccolo edificio in pietra si trova al termine di un breve tratto da fare a piedi e compare, nascosto fra la vegetazione, sulle sponde di un torrente poche centinaia di metri a valle dell’abitato di Nespolo. All’interno ospita una mola in legno “a ruota orizzontale” che un tempo serviva a macinare i cereali destinati al consumo delle famiglie contadine: grano, segale e farro coltivati su piccoli fazzoletti di terra e frutto di pratiche agricole a malapena ripagate dai raccolti. Attaccato al fabbricato, un grande vascone in pietra era utilizzato per accumulare l’acqua nei periodi asciutti o comunque quando le portate del torrente erano scarse. Merita certamente una visita anche la chiesetta di Sant’Antonio che si trova all’ingresso del paese e la meravigliosa piccola cappella in pietra dedicata a San Rocco.

Dove mangiare?

Ristoranti e pizzerie

Ristorante Pizzeria "La Forcella" - 7 Capocce

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