Poggio Bustone

Dici Poggio Bustone e dici tante cose. Dici San Francesco, Lucio Battisti, ma anche gastronomia (con la porchetta) e cultura, soprattutto religiosa.

Popolazione

2.030

Superficie

22,3 km²

Altitudine

756 m

Dove si trova?

A 750 m s.l.m. sul fianco del Monte Rosato e all’estremo limite nord della conca reatina, si colloca Poggio Bustone, la cui posizione orientata in direzione nord-ovest gli permette di godere del sole dalle prime luci dell’alba fino alle ultime dei suoi suggestivi tramonti. Oltre ad essere il paese natale di Attilio Piccioni e dell’indimenticabile Lucio Battisti, Poggio Bustone è diventato negli ultimi anni sempre più meta di visitatori e turisti. Infatti Poggio Bustone è il crocevia del “Cammino di Francesco” e del “Cammino di San Benedetto”, meta di rilievo internazionale per gli appassionati del volo libero (parapendio, deltaplano), e di coloro che amano fare passeggiate nel mezzo della natura, è il paese che geograficamente “domina” la valle reatina offrendo un panorama mozzafiato, inoltre è il custode di uno dei prodotti culinari più famosi del Lazio e forse anche dell’Italia, la famosa porchetta poiana.

Quando nasce?

Sul nome di questo borgo sono state fatte varie ipotesi, la più accreditata sarebbe quella che fa derivare la prima parte del nome dal latino podium (rialzo) e si riferisce alla sua posizione geografica su di un colle mentre la seconda parte potrebbe riferirsi ad un nome di persona latino Busto, -onis. La seconda ipotesi etimologica del nome si gioca sul significato da attribuire alla seconda parola: “Bustone”: il verbo latino “burere”, bruciare, declinato al participio passato, dà “busto”, bruciato, quindi “Podium Busto”, e avrebbe semplicemente il significato di Colle Bruciato, che potrebbe essere accettato per via del fatto che la sua posizione gli consente di essere sempre illuminato dal sole. Le prime notizie su Poggio Bustone risalgono al 1117 quando Berardo dei conti dei Marsi donò all’abbazia di Farfa sia il castrum che il podium. In origine esisteva dunque un insediamento fortificato doppio, un castrum ed un podium vicini, quest’ultimo sopravvissuto, mentre il primo è scomparso. Il possesso di Poggio Bustone da parte dell’abbazia di Farfa fu breve, dal momento che, con la conquista normanna, i due insediamenti furono inglobati nel regno meridionale. Il breve dominio normanno terminò alla fine del XII secolo, e da allora il borgo fu compreso stabilmente nel contado reatino. Dal 1817 Poggio Bustone divenne sede di un governatorato che aveva alle sue dipendenze i comuni di Labro, Morro e Rivodutri. Poggio Bustone fu inoltre protagonista della lotta partigiana, nel mese di aprile del 1944, fu invaso dalle truppe nazi-fasciste che portarono morte e distruzione, in seguito per il coraggio dimostrato dalla popolazione il paese fu insignito di Medaglia d’Argento al valore.

Cosa fare e vedere?

Il paese si presenta con una sistemazione a gradinate, ed è caratterizzato da un susseguirsi di vie strette e scalinate che diventano sentieri di montagna. Della struttura medioevale si nota la Porta del Buongiorno, così nominata perché la tradizione popolare vuole che qui San Francesco, nel 1208, entrando salutò la popolazione con un cordiale “Buon giorno, buona gente”. Il Santo dimorò in una spelonca tra le rupi dove gli apparve l’angelo sotto forma di fanciullo che gli annunziava la Remissione dei peccati, oggi l’antico luogo è caratterizzato da una Cappella costruita in parte nel 1300, in parte nel 1600. La Cappella si raggiunge attraverso un viottolo a spirale; lungo il quale furono costruite nel XVII sec. sei cappellette a ricordo di momenti legati al Santo. Sul piazzale delle missioni francescane si trova il convento di San Giacomo con la chiesa edificata tra fine 1300 e inizi del 1400 e successivamente rimaneggiata. Al suo interno imperdibile è l’affresco risalente alla scuola umbro-toscana del 1400 raffigurante la Madonna col Bambino. Tornando di nuovo sul piazzale si rimane affascinati dal paesaggio della conca reatina e a ridosso della montagna si nota il Tempietto della Pace, al cui interno è posta una statua del Santo sorridente mentre si accinge al cammino della conversione dell’umanità. Infine, una tappa decisamente importante per rivivere ricordi e per godere di uno stupendo panorama, sono “I Giardini di Marzo”, un parco dedicato alla memoria dell’indimenticato Lucio Battisti e che prende il nome da una delle sue canzoni più famose. Qui si erge la statua di bronzo che ritrae l’artista con la sua amata chitarra in mano, ad opera dello scultore Manuel Campus. Il parco è un luogo particolarmente suggestivo, anche per la meravigliosa vista che si gode sulla valle sottostante.

Dove dormire?

Alberghi

San Francesco Suite
Villa Ragno Eventi
La Locanda Francescana
Il Belvedere
B&B La Casetta
Anticocasale
Bed & Breakfast La Cascina della Vachina

Dove mangiare?

Ristoranti e pizzerie

La Locanda Francescana
L’Antico Arco Osteria Enoteca
Ristorante Villa Ragno Eventi
Pizzeria Lago Lungo

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