Fara in Sabina

Il borgo medievale e uno dei più grandi centri Amazon italiani, la quiete della campagna sabina e il dinamismo di uno dei poli logistici nevralgici della regione, il passato e il futuro: questa è Fara Sabina, secondo Comune della provincia di Rieti alle porte di Roma

Popolazione

13.819

Superficie

54,96 km²

Altitudine

482 m

Dove si trova?

Fara Sabina è un borgo di origine medievale che sorge sul colle Buzio, a 482 metri s.l.m., tra i monti sabini e la valle del Tevere. Dista 55 km da Rieti e quasi 43 da Roma: per estensione e numero di abitanti è il secondo comune della provincia dopo il capoluogo. Tra le sue frazioni spiccano il borgo di Farfa, dove sorge la celebre Abbazia, e Passo Corese, con il suo Polo della Logistica, il Parco Commerciale nei pressi della consolare Salaria e il collegamento ferroviario con Roma-Fiumicino che ne fanno la principale stazione di scambio gomma-rotaia del reatino. 

Quando nasce?

L’area dell’attuale Fara Sabina risulta abitata sin dall’età preistorica ma di un primo insediamento si ha notizia solo nel VI secolo ed è qui che quattro secoli dopo sorgerà il castello medievale. Le sue vicende rimasero per molto tempo divergenti rispetto a quelle di Farfa. Solo intorno al 1050 il castello fu posto sotto il controllo dell’Abbazia, per merito dell’Abate Bernardo I. L’importanza di Fara crebbe durante il tardo Medioevo tanto che il suo territorio si espanse e andò ad inglobare i castelli abbandonati nelle zone limitrofe. Successivamente anche Farfa conobbe il suo Rinascimento, grazie ad una serie di interventi urbanistici condotti da famiglie nobili del posto a cui si deve l’attuale assetto del borgo, con le mura urbane, le due porte di accesso, i palazzi Brancaleoni, Orsini, Manfredi, Martini e piazza Duomo, dove spicca oltre alla Collegiata di Sant’Antonino la Torre Campanaria e Cisterna ad edicola annessa. Nel 1817 Fara Sabina divenne sede di governatorato e insieme ai piccoli comuni che all’epoca gli erano sottoposti, si trovò a gestire una popolazione complessiva di più di 5000 abitanti. Cinquant’anni più tardi, nel 1867 fu investita dalla campagna garibaldina dell’Agro Romano per la liberazione di Roma: Giuseppe Garibaldi, reduce dalla sconfitta di Mentana, raggiunse con i suoi Volontari la stazione ferroviaria di Passo Corese da dove partì in direzione del nord. La storia locale tornò ad intrecciarsi sanguinosamente con quella d’Italia il 10 dicembre 1920, quando la frazione di Canneto Sabino fu teatro di un eccidio. Durante una manifestazione organizzata dai braccianti agricoli per ottenere migliori condizioni di lavoro,  un gruppo di Carabinieri ne uccise 11 in località Colle San Lorenzo.

Cosa fare e vedere?

Fara Sabina conserva un delizioso centro storico che sembra essersi fermato nel tempo, è tra queste vie che si trova un interessante Museo Archeologico Fondato nel 1981 presso l’Abbazia di Farfa, e trasferito nel 2001 al Palazzo Brancaleoni, un edificio rinascimentale di gran pregio che è situato in Piazza del Duomo. Nel museo sono esposti i reperti provenienti dagli scavi archeologici effettuati sul territorio comunale a partire dal 1970, che hanno permesso di ricostruire un ritratto della società che vi si era insediata dall’VIII secolo a.C. fino al III secolo a.C. Proprio accanto al Museo si trova il Duomo, la Collegiata di Sant’Antonino, che risale al XVI secolo, questa fu edificata sui resti di una chiesa più piccola, quella di Santa Maria in Castello, che prima faceva parte della cinta muraria difensiva della città. Fondata nel 1619, e molto simile, almeno al suo interno, al Duomo è la Chiesa di San Giacomo. Più conosciuta e celebrata di Fara è la “sua” Abbazia di Santa Maria di Farfa, un vero e proprio tesoro monumentale sia dal punto di vista religioso che  da quello storico, archeologico e artistico. Fondata nel VI secolo, divenne fra l’XI ed il XIII secolo uno dei centri monastici più potenti dell’Italia centrale. L’inizio della sua prosperità si ebbe nel 775, quando Carlo Magno concesse il privilegio dell’autonomia da ogni potere religioso e civile. L’abbazia conserva tuttora alcune testimonianze di architettura carolingia, uniche in Italia, che si possono distinguere nella base dell’unico campanile a noi giunto e nel muro perimetrale alla base dello stesso, dove sono perfettamente conservate le caratteristiche lesene. Le distruzioni ed i rimaneggiamenti che si sono succeduti nei secoli, però, hanno modificato molto l’originario assetto di questo grande complesso. Fara Sabina conserva inoltre dei magnifici siti archeologici, tra questi è importante segnalare i ruderi di San Martino e i resti della città preromana di Cures Sabini. I primi, sono i resti di un’imponente abbazia risalente all’XI secolo e mai conclusa; i secondi sono invece i resti della città sabina e preromana di maggiore importanza citata anche da Cicerone, Virgilio, Stazio e Plutarco.

Dove dormire?

Alberghi

La Casa di Donatella
Agriturismo Santo Pietro
Ille Roif Resort & SPA
La Maison Radieuse
La Tana delle Stelle
Agriturismo Colle dell’Arci
B&B Il Giardino degli Ulivi
Agriturismo Borghetto d’Arci

Dove mangiare?

Ristoranti e pizzerie

Il Chiosco di Fara
L’Antica bottega
Trattoria da Lupi
La Pasta del Priore di Farfa
Ristorante la Badiola da Antonio
La Badiola da Antonio
Agriturismo Olivetta di Farfa
Home Restaurant tra gli Ulivi
Ille Roif Resort e Spa
Ristorante Borghetto D’Arci
Agriturismo Zucchegni

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