Rivodutri

Oggi scopriamo Rivodutri, paese ai margini della Piana Reatina e ricco di storia, tradizioni, bellezza.

Popolazione

1.226

Superficie

26,85 km²

Altitudine

560 m

Dove si trova?

Alle pendici occidentali del Terminillo si trova il comune di Rivodutri, poco sopra la piana reatina. La sua superficie si estende per circa 30 km2 con una popolazione di 1220 abitanti.

Quando nasce?

Analizzando gli Statuti di Rieti, si trova l’origine dell’attuale toponimo, qui infatti il comune viene chiamato RIGODUTRI. Nome che deriverebbe dal fatto che il colle su cui sorge è solcato ai due lati da due ruscelli (Rivus utrinque o Rigatus utrinque). Altri ritengono che il nome derivi da Velumbri, come erano chiamati gli antichi Umbri che abitavano l’agro reatino. Se questa ipotesi dovesse essere vera, Rivodutri sarebbe un paese di origine antichissima. Ulteriore supposizione sull’origine del toponimo è quella secondo la quale il villaggio si chiamasse “Rivo” e che fu modificato successivamente con l’unione di un altro paese “Utri”, in territorio di Cantalice, i cui abitanti abbandonarono perché stanchi di continui ladroneggi. Lo storico Valerio Leoni sostiene che l’origine del paese dovrebbe essere dell’epoca protostorica-italica quando si verificò una risalita delle acque dell’antico Lago Velino che portò l’arrivo sul luogo di una popolazione di origine greca che colonizzò l’attuale sito di Rivodutri. Successivamente, con la bonifica romana si ebbe una discesa a valle degli abitanti del primo insediamento, che diedero vita a “Sette Acque”. Nel territorio di “Sette Acque”, citato da Cicerone, sono stati rinvenuti numerosi reperti archeologici di epoca romana. Una risalita delle acque tra il 600 e l’800 d.C. avrebbe raggiunto i 400 m s.l.m. con il conseguente abbandono della struttura romana e la risalita degli abitanti nell’attuale sito del comune. Le notizie su Rivodutri sono tuttavia incerte, almeno fino al 1300, dopo questa data, infatti, la comunità partecipa alle vicende di Rieti e la sua posizione sopraelevata gli favoriva il controllo della piana reatina. Le notizie più certe sulla sua storia iniziano a partire dal 1375 quando scoppiò in città la ribellione contro i tiranni inviati dai papi avignonesi. La pace fu conseguita nel 1377 e con questa i ribelli locali e i rifugiati furono riammessi in città, ma la pace segnò anche la resa del castello di Rivodutri. Dopo questi eventi, la vita nel Castello di Rivodutri trascorse in relativa quiete, anche se i più aggressivi abitanti del castello, spinti dalla povertà, si diedero di frequente al brigantaggio. Nel 1949, proprio il primo giorno dell’anno, un terremoto, con epicentro Rivodutri, ha contribuito a cambiare l’antico volto del comune comportando la distruzione di molti edifici ed incrementando il fenomeno migratorio della popolazione verso le città.

Cosa fare e vedere?

Nel borgo di Rivodutri si trova la Porta Alchemica, si tratta di un arco solitario che si erge di fronte ad un piccolo giardino, è uno dei pochi elementi artistici di Rivodutri sopravvissuti al terremoto che spazzò via l’edificio su cui il portale era incastonato, che era proprietà della famiglia Camiciotti. Gli esponenti di questa famiglia furono, secondo la leggenda, dediti all’esoterismo e alla pratica delle scienze occulte, per questo l’arco presenta simboli legati al mondo dell’alchimia. Nel centro storico è la Parrocchiale di San Michele Arcangelo, di origini medievali, anche se l’attuale assetto fu raggiunto solo nel 1769, e sei anni dopo il campanile venne dotato di un orologio. La chiesa conserva un’immagine della Madonna del Buon Consiglio, opera di Pietro Bada e datata 1756. In un altare laterale si trova il quadro che raffigura La Pietà, dipinto da Vincenzo Manetti tra il 1625 e il 1626. Sull’altare maggiore spicca il dipinto raffigurante la “Crocifissione”. Altrettanto importante è la Chiesa della Madonna della Valle, chiesa meta di pellegrinaggi perché la sua storia è singolare. Eretta nel luogo in cui, nel 1652, la Vergine apparve a tale Alessio Damiani. Si tentò di trasferire nella chiesa del paese l’immagine della Madonna che però, miracolosamente, fu rinvenuta nella chiesa originaria, nacque allora l’idea di trasportare altrove, insieme all’immagine, l’intero scoglio sul quale era comparsa la Madonna e di costruire sullo stesso l’attuale santuario settecentesco. Nel territorio comunale, precisamente nella frazione di Piedicolle si trova poi la sorgente di Santa Susanna, una delle sorgenti più grandi d’Europa, ideale per chi ama la natura e il silenzio, cui lo scorrere dell’acqua fa da sottofondo. In corrispondenza della sorgente si trova un giardino botanico attrezzato con panchine e parco giochi e un laghetto popolato dai cigni. Nella frazione di Cepparo c’è poi il principale luogo legato al passaggio di San Francesco, un maestoso albero di faggio, detto “faggio di San Francesco” che viene annoverato tra i monumenti naturali della regione Lazio. La tradizione vuole che l’albero abbia piegato i suoi rami e assunto questa forma per preparare un comodo giaciglio a San Francesco, che vi trovò riparo durante un temporale.

Dove dormire?

Alberghi

Peppe Alle Noci

Dove mangiare?

Ristoranti e pizzerie

Ristorante Parco alle Noci
Il Gambero di Fiume
La Riserva dei Sapori – Ristorante Pizzeria
La tenuta dei Due Laghi

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