Casaprota

Casaprota, con il suo importante castello e i suoi vicoli medioevali, è terra di olivi e quindi d’olio ed è terra di acque: le sorgenti de Le Capore sono la seconda fonte del grande acquedotto del Peschiera che disseta Roma

Popolazione

733

Superficie

14,55 km²

Altitudine

523 m

Dove si trova?

Casaprota sorge sulle propaggini meridionali dei Monti Sabini a 523 metri di altezza sul livello del mare. Il Comune si estende per 14,55 km quadrati: dista da Rieti circa 22 km e conta 693 abitanti

Quando nasce?

La storia di Casaprota affonda le sue radici nella romanità, anche se il toponimo “Casa Perotis” o “Perotae” compare a partire dal 776, come possedimento successivamente acquisito dall’Abbazia di Farfa. Nei primi decenni del secolo X, probabilmente per iniziativa degli stessi monaci, vi fu fondato un castello, che fu concesso dall’abate Campone ai suoi familiari.  Nel XII secolo, sotto il pontificato di Celestino III, si ha notizia di una controversia che opponeva i de Romania, la più potente famiglia nobile della Sabina, alla consorteria dei Camponeschi, fortemente radicata sui monti Sabini, per il possesso della chiesa di S.Angelo di Casaprota. Ciò farebbe pensare che il castello appartenesse ai de Romania, tanto più che agli inizi del Quattrocento, signori ne erano i Brancaleoni, un ramo degli stessi de Romania. Dai Brancaleoni, Casaprota passò agli Orsini, fino al 1604, anno nel quale il castello fu incamerato dalla camera apostolica e inserito, subito dopo, nel governatorato di Sabina, con sede in Collevecchio. Con la definitiva riorganizzazione dello Stato della Chiesa, nel 1817, Casaprota con i suoi 250 abitanti, fu associata a  Mompeo, inclusa nel distretto di Poggio Mirteto sotto il governo di Fara. Divenuta successivamente comune autonomo, nel 1853 contava 500 anime, tra residenti nel borgo e nell’area rurale circostante, riunite in un’unica parrocchia dedicata a San Domenico.

Cosa fare e vedere?

Ancora oggi nel tessuto urbano di Casaprota è possibile ritrovare tracce del passato: ne è un esempio la stessa porta di accesso al paese, di origine rinascimentale, che mostra gli alloggiamenti in pietra per i cardini del portone e la copertura interna con una volta a botte. Passeggiare tra le strette stradine medioevali del borgo di Casaprota, così come della sua unica frazione, Collelungo, è un modo per assaporare il gusto della vita tranquilla e contemplativa. Della storia che vive tra le trame del paese un altro esempio è l’antico palazzo signorile, quello che oggi è Palazzo Filippi, che si erge nella parte alta del paese. Fuori dal perimetro del borgo, nei pressi del cimitero, sorge la cinquecentesca Chiesa di Santa Maria delle Grazie,  uno dei luoghi di culto più interessanti del paese. La chiesa è caratterizzata da una facciata semplice, ma allo stesso tempo elegante, ornata da una piccola scalinata che introduce al sobrio portale. All’interno è ben conservata un’ immagine della Vergine ritenuta miracolosa dalla popolazione e perciò  diventata, nel corso dei secoli, oggetto di venerazione e pellegrinaggio. All’interno del paese c’è invece San Domenico, la chiesa parrocchiale, costruita nella metà del Quattrocento sui resti di una preesistente chiesa romanica. Consacrata dal Cardinale Lorenzo Santarelli intorno al 1445, oggi la chiesa si presenta all’esterno con una parete spoglia, quasi anonima, in contrapposizione all’interno che conserva ancora opere dal notevole valore storico, artistico e religioso. Casaprota, anche per la sua relativa vicinanza a Roma, ha ospitato artisti e personalità della Capitale e ha una vivace vita sociale e culturale, animata da festival e rassegne. Per la qualità del suo olio è sede di una delle più rinomate sagre del reatino, quella della bruschetta, che richiama migliaia di persone.

Dove dormire?

Alberghi

Il Ripone di Annibale B&B
Agriturismo Casalelaluna

Dove mangiare?

Ristoranti e pizzerie

La Maisonette – non solo per due
Volta La Carta Ristorante Pizzeria
Ristorante Pizzeria Tra Amici
Agriturismo Colle Cesoni Agrichef le macine

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